ANTROPOLOGIA 2: Geni, lingue e culture ( da pag. 77 a pag. 88)
Geni , lingue e culture
Una grande varietà di aspetti, lingue e culture
→ Ciò che ci distingue e ciò che ci accomuna
- nonostante i contatti tra i vari popoli, la varietà che ci caratterizza è enorme →vari livelli: 1)fisicamente→ statura, colore, forma occhi, tratti volto
2)linguisticamente→ cinquemila lingue parlate e altri tanti dialetti
3)culturalmente→ varietà di comportamenti e idee
- ci sono anche elementi di unità
- metà XVIII sec.→ Georges Louis Leclerc de Buffon (1707-1788) dice che tutti gli esseri umani fanno parte di un unica specie
- seconda metà '800 → antropologi dimostrano che tutti i gruppi umani sono capaci di produrre cultura, i linguisti conclusero che le lingue parlate possiedono strutture interne ugualmente complesse
- quale rilevanza hanno queste diversità e queste unità per lo studio del genere umano ?
-
→L'aspetto fisico e il DNA
- le diversità dell'aspetto sono le differenze più superficiali
- ossa e cranio possono rilevare → sesso, età, malattie, nutrizione, MA non possono rilevare se la persona era nera o bianca o asiatica, il colore e la forma dei capelli, forma e colore degli occhi.
- il DNA (insieme ai suoi geni) è l'unica analisi che oggi possa dire qualcosa di scientificamente valido
→L'uomo " anatomicamente moderno" → Homo sapiens sapiens
- differenze somatiche (caratteristiche) → superficiali e recenti
- le origini dell'uomo "anatomicamente moderno" risalgono a un'epoca anteriore ai 50.000-100.000 anni fa → qui la nostra specie assunse caratteristiche simili a quelle attuali: statura, cervello voluminoso, sviluppo delle attività naturali
- conquista più importante → il LINGUAGGIO
- testimonianze artistiche di quel periodo dimostrano il suo stadio mentale evoluto
→ Distanza e vicinanza genetica
- due individui appartenenti allo stesso gruppo (es. due bianchi) presentano differenze genetiche statisticamente sei-sette volte superiori a quelle rilevabili tra due individui scelti a caso tra tutte le popolazioni del pianeta. → questo perché ci sono alcuni elementi del DNA che sono più antichi di altri e che si siano sparpagliati grazie alle migrazioni più antiche
- C'è sempre la possibilità che ciascuno di noi possa assomigliare, sul piano genetico e non per l'aspetto, più a un indigeno della Nuova Guinea che al suo compagno/a di banco.
→ Le razze umane non esistono
- queste scoperte confermano che non è possibile parlare di "razze umane" → nel caso dell'uomo non esiste alcun criterio che consenta di individuare delle razze sulla base di criteri scientifici
- quando si parla di razze animali si fa riferimento a "tipi", frutto di una selezione operata dagli esseri umani su certi certi animali per ottenere vantaggi → cani più robusti o affettuosi, ecc...
- cani, cavalli, polli sono tutte specie animali da cui gli esseri umani hanno ricavato "razze" più utili agli uomini stessi;
- nella specie umana tutto questo non è avvenuto → anche se l'idea di creare una razza superiore facendo accoppiare individui con determinate caratteristiche (alti, biondi, belli, ecc) c'è stata tra il 1930 e il 1945;
→Quante sono le razze?
- il numero delle razze trovate va da un numero estremo di tre e l'altro di sessanta → classificazione basata sull'aspetto fisico = scientificamente infondata
- come se europei, indiani, cinesi da una parte, fossero una razza distinta rispetto a tutti i neri della Terra e agli aborigeni australiani, dall'altra
→ La razza come costruzione culturale (pag. 81)
- razza = costruzione culturale, nel caso degli esseri umani
- ad esempio negli USA i gruppi raziali sono ufficialmente riconosciuti per distinguere i bianchi dai neri, i neri dai nativi, i nativi dagli asiatici ecc. Qui un individuo è "classificato" in base ai suoi ascendenti non in base al suo aspetto. In Brasile invece è tutto il contrario, ci si basa sull'aspetto, per classificare, senza guardare i suoi ascendenti.
- la nozione di razza è un nozione culturale e non naturale.
→ Le conseguenze del razzismo (pag. 83)
- per concludere : non è possibile tracciare distinzioni nette tra gruppi umani sulla base delle caratteristiche fisiche degli individui.
- la nozione di razza umana ha causato stereotipi → connessi a diffidenza, pregiudizio, etnocentrismo (quando si crede che la propria cultura sia la migliore) e forme di xenofobia (paura dello straniero).
La specificità del linguaggio umano
→ La comunicazione
- gli esseri umani fanno vivere la cultura grazie alla comunicazione
- comunicazione sonora e visiva, ma le parole o le immagini utilizzate devono rispettare un codice di comunicazione per poter essere comprese → devono essere riconoscibili da tutti = comunicabili
→ La cultura come sistema di segni
- idee e comportamenti che non sono riconoscibili da un codice culturale vengono ignorati o mal interpretati
- i segni culturali non hanno sempre lo stesso significato → es. proverbi e metafore, essi ci allontanano dal significato immediato delle cose/situazioni e comunicano modi diversi di vedere la realtà.
- tutto ciò coincide con la natura creativa della cultura, che ha riscontro in due caratteristiche del linguaggio: l'universalità semantica e la produttività infinita
→ L'universalità semantica ...
- questo concetto è riassumibile nel fatto che: Tutte le lingue sono in grado di produrre informazioni su eventi, qualità di oggetti e luoghi, tanto del presente quanto del passato/futuro, sia vicini sia lontani, sia reali sia immaginari .
- il linguaggio umano ha la caratteristica di poter collocare le azioni e gli eventi, oltre che nel tempo, nello spazio e anche di segnalare la possibilità/l'impossibilità che essi accadono.
→ ... e la produttività infinita
- è la capacità di utilizzare parole e significati già conosciuti per crearne continuamente di nuovi.
Le famiglie linguistiche
→ La famiglia indoeuropea
- molte lingue si assomigliano.
- l'idea di famiglia linguistica risale alla seconda metà del XVIII secolo, grazie a William Jones che notò somiglianze tra il sanscrito, il latino, il greco antico, il celtico e il tedesco arcaico.
- questo gruppo di lingue morte divenne noto come "famiglia indoeuropea".
→ Famiglie, superfamiglie e teoria unitarista
- si scoprono somiglianze tra altri gruppi di lingue → tra semito-camitiche e uraliche
- alcuni studiosi credevano che tutte le lingue parlate fossero riconducibili a più grandi superfamiglie, derivate a loro volta da un'antichissima lingua comune. La teoria è chiamata "unitarista"
- Alfredo Trombetti (1866-1929) avanza questa teoria. Essa è stata ripresa da degli studiosi oggi e hanno trovato l'esistenza di famiglie e superfamiglie → indoeuropee, africane, asiatiche, maleo-polinesine e amerindiane.
Vita e morte delle lingue
→ Come si forma una lingua
- si forma a causa di alcuni fattori:
1. l'occupazione iniziale di una regione disabitata da parte di una popolazione;
2. la divergenza: le lingue cambiano nel tempo e quindi "si allontanano" tra loro: per esempio le lingue derivate dal latino;
3. la convergenza: vi sono parole o forme grammaticali che tendono a passare da una lingua all'altra;
4. la sostituzione di una lingua che, per una qualche ragione, è rimpiazzata in tempi più o meno brevi da un'altra proveniente dall'estero.
→ Esempi storici (pag. 87)
- caso in cui ha agito il fattore 1 → colonizzazione della Polonia da parte di popolazioni provenienti dal Sud-Est asiatico verso il I millennio a.C.
- caso in cui ha agito il fattore 2 → ci sono parole del francese e dell'italiano che tre o quattro anni fa erano più simili tra di loro di quanto lo siano oggi.
- caso in cui ha agito il fattore 3 → ci sono dei prestiti linguistici, esempio ALCOOL dall'arabo, OK dall'american e MAFIA dall'italiano, usate ormai ovunque.
- caso in cui ha agito il fattore 4 → il gruppo conquistatore esporta la propria lingua la quale è adottata dalla popolazione conquistata per motivi di praticità e convenienza, es. lingua latina si è diffusa in tutta Europa.
→ Trasformazione e morte delle lingue
- esistono almeno cinquemila lingue riconosciute come "vive" → negli ultimi duecento anni il loro numero si è ridotto moltissimo fino a ventimila.
- no morte naturale → dopo circa duemila anni, le persone tendono a non comprendere più la lingua che parlavano i suoi discendenti. → es. oggi facciamo fatica a capire alcune parole e modi di dire di Boccaccio e Dante.
- le lingue che sono scomparse negli ultimi duecento anni non sono morte, ma sono state "uccise" dalle lingue dei colonizzatori o sono scomparse perché sono fisicamente scomparsi i popoli che le parlavano.
La diversità delle culture
→ La diversità culturale
- le culture sono prodotti storici: il risultato, cioè, di incontri con altre culture, di acquisizioni di elementi provenienti dall'esterno e delle scelte che i loro membri fanno, più o meno consapevolmente, in alcuni momenti.
- le culture hanno la tendenza a resistere al cambiamento, quest'ultimo si produce per il fatto che esse sono sempre soggette a influenze esterne.
- sono sottoposti però anche a cambiamenti interni.
→ I contatti tra culture sono sempre esistiti (pag. 88)
- in passato ci sono sempre stati contati culturali, ma erano più sporadici.
- quando l'uomo anatomicamente moderno ha cominciato a lasciare l'Africa per spostarsi in Asia e in Europa e poi per raggiungere l'America e l'Australia tra i trenta e i quindicimila anni fa le culture hanno cominciato a differenziarsi.
- la diversità culturale è quindi il frutto stesso delle nostre origini.
- spostandosi le persone sono entrate in contatto con culture diverse.
-
RISPOSTE: pag. 88
1. Come si formano e si trasformano le lingue?
1.
2. Quali cause possono provocare la morte di una lingua?
2. Una causa è l'allontanamento fisico delle persone che parlano la lingua. Un'altra causa è
3. In che senso le culture possono essere definite "prodotti storici"?
3. Sono prodotti storici perché sono l'insieme degli incontri avvenuti nel corso dei secoli
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